Silvano Usai ha costruito il primo coltello circa 15 anni fa, un chiudibile che ancora conserva gelosamente. «Sin da allora ero convinto che il coltello artigianale e d’arte meritasse piena visibilità, decisi di iscrivermi alla Camera di Commercio nonostante si trattasse di opere realizzate soprattutto da hobbisti che per vari motivi lavoravano non regolarizzando la loro posizione».

È nato in quel periodo l’interesse nei confronti di un progetto di un laboratorio che fosse completo, che assecondasse i miei interessi, la mia passione e le capacità professionali.

«Nella realizzazione del nuovo laboratorio ho potuto contare sulla valida collaborazione del più promettente dei miei allievi, mio figlio Nicola».

L’inaugurazione è avvenuta poche settimane fa, una volta superate difficoltà di carattere amministrativo-burocratico e più prettamente economiche, legate alla previsione di una spesa di circa 500.000 euro. Poi, Usai ha dovuto reperire le macchine e le attrezzature “su misura”, ovvero che fossero funzionali sulla base dell’organizzazione produttiva prevista nel progetto e rispettassero il limite degli spazi disponibili (circa 90 mq suddivisi in tre settori).

Il primo settore è diviso in due ambienti da un grande armadio-libreria a vetri, contenente i diversi materiali tra i quali gli appassionati possono operare le loro scelte.

Nella zona più esterna sono disposte le macchine per la lavorazione delle pietre dure e delle gemme (cabochonatrice, taglierina preformatrice e sfaccettatrice, oltre a tutti gli accessori necessari per le suddette lavorazioni).

Nella zona più interna, oltre ai due banchi di lavoro, trovano sistemazione la fresatrice da attrezzista e la segatrice, utilizzate per le lavorazioni di sgrossatura e di preformatura su tutti i materiali. Nel secondo ambiente è sistemato un grande banco da lavoro per le operazioni di limatura (rimaste di primaria importanza), con due trapani da banco di elevata precisione in grado di forare, alesare e filettare senza dover interrompere le fasi di lavorazione per spostare il pezzo.

In questo ambiente, che è quello più esteso, trovano inoltre sistemazione la rettificatrice per piani (piccola, stabile e precisa) due nastratrici per metalli, un banco per la lucidatura, simile a quello in possesso di qualunque bravo orafo, il tornio e la fresatrice a pantografo. Completa l’attrezzatura una stazione termica con un fornetto da laboratorio (per le prove e le verifiche), una camera per la tempra e una per il rinvenimento.

Nel terzo ambiente, adibito ad ufficio, trova sistemazione la piattaforma informatica, con il durometro (per effettuare le prove di durezza su scala Hv, Hrb e Hrc) e tutti gli altri strumenti di misura e di controllo (rugosimetro, calibri 1/100, micrometri 1/1000, truschino 1/100).

«L’obiettivo è quello di renderci completamente autonomi nella produzione: dal disegno alla progettazione, dalla realizzazione delle maschere e del prototipo alla costruzione del coltello, fino alla galleria fotografica da utilizzare per la pubblicazione Web. A completamento di tutte le attrezzature, ho voluto fortemente realizzare un impianto fotovoltaico per la produzione dell’energia elettrica necessaria per il funzionamento del laboratorio: associare il coltello d’arte all’energia pulita denota una sensibilità che è presente ma ancora nascosta nell’ambiente del coltello. Ma non bisogna trascurare neanche il risparmio energetico».

Altro obiettivo che si è proposto Usai per la realizzazione di questa “impresa” è quello di allargare il settore degli appassionati del coltello d’arte, producendo pezzi di miglior qualità a prezzi più accessibili. Nella foto, una carteggiatrice a nastro e una lucidatrice a stracci (a destra), nel nuovo laboratorio di Usai. Silvano Usai, tel. 070/76.61.40, www.siusai.it.