La forgiatura, o fucinatura, è il metodo più antico per lavorare il ferro e l’acciaio in modo da ottenere lame e utensili. L’arte del fabbro forgiatore che con sapienti e vigorosi colpi di martello dava forma al metallo arroventato sul fuoco era un tempo considerata al confine tra l’umano e il soprannaturale. Ne erano esempi gli dei-fabbri Efesto e Vulcano, rispettivamente nella mitologia greca e romana. La forgiatura sfrutta le qualità plastiche che il ferro assume quando viene portato a temperature elevate, che vengono stimate a occhio dal colore dell’incandescenza. Viene eseguita nella forgia, un focolare dotato di un sistema di ventilazione forzata (anticamente si usava un grande soffietto a mantice). La successiva martellatura sull’incudine ha il compito di dar forma al pezzo assottigliandolo, piegandolo, modellandolo in tutti i modi e con l’utilizzo di tutte le tecniche. Allo stesso tempo influisce anche sulla struttura del metallo che diviene entro certi limiti più compatto e tenace. Una lunga serie di arroventamenti e martellature è stata per secoli l’unica tecnica per raffinare e liberare dalle impurità il ferro, prima che si potesse cominciare a lavorarlo per dargli forma. È stata poi utilizzata e ulteriormente affinata per l’acciaio, e quindi anche per la fabbricazione delle lame e delle molle per i coltelli. Fino a qualche decennio questa era ancora la prassi normale, resa conveniente dal basso costo della mano d’opera e dalla necessità di economizzare al massimo il materiale, poi è intervenuta l’industria con i suoi coltelli prodotti in serie con acciai di alta qualità. Ci sono però ancora alcuni artigiani coltellinai capaci di ottenere queste parti per forgiatura e i più bravi riescono a raggiungere già con questa operazione una forma molto vicina a quella definitiva (magari con “un solo caldo”, cioè con una sola arroventatura sulla forgia), riducendo così al minimo l’asportazione di metallo durante la successiva lavorazione alla mola e ottenendo un risparmio sia in termini di tempo sia di materiale. Molti coltellinai utilizzavano e utilizzano ancora per questo lavoro anche acciaio di recupero, che in qualche caso dà risultati migliori: come quello delle lime, dal quale si riforgiavano lame per coltelli e roncolette. La tipica trama superficiale a reticolo presente su qualche vecchio coltello ne denuncia l’origine “povera”.